
Wow! Che emozione, finalmente è iniziato l’anno scolastico e sono stata al mio primo incontro di classe. Ci siamo trovati prima tutti i genitori della scuola assieme ai maestri per le presentazioni e alcune informazioni pratiche. Li in mezzo a tanta gente mi sentivo io al primo giorno di scuola, sembrava di essere alla prima lezione di un nuovo corso universitario dove tutti si scrutano e si chiedono come sarà… soprattutto noi nuovi arrivati.
Quando ci siamo spostati dentro le aule ed ho visto la stanza dove mia figlia passerà i prossimi tre anni (più avanti anche insieme alla sorella), mi sono commossa. Non l’avevo mai vista “arredata” perchè i colloqui precedenti erano avvenuti durante il periodo delle manutenzioni estive. Chi ha già messo piede anche solo una volta per una festa in una scuola steineriana conosce bene l’emozione che una classe d’asilo può dare: sembra di stare ancora nell’utero materno. Pareti sfumate color rosa e albicocca, teli rosa che come delle vele coprono il soffitto, legno, quello vero, quello di mobili, pavimento e costruzioni. La casa per giocare, le bambole nelle loro culle, l’angolo delle fiabe e soprattutto il tavolo delle stagioni che attende di essere completato per l’arrivo dei bambini.
Siamo stati accolti come in una casa e di fatto è proprio questo che quella stanza vuole essere, una casetta per i nostri bimbi. Loro non utilizzeranno altre stanze, niente mensa, stanza per giocare, stanza per dormire e chi più ne ha più ne metta. Solo la loro casetta dove fare tutto, giocare, cantare, mangiare, ascoltare, sentire.
L’incontro è stato tranquillo, rilassato ma intenso. Genitori desiderosi di imparare, conoscere e crescere per migliorare la vita propria e quella del figlio. Sembra di conoscersi tutti da sempre. La maestra ci ha raccontato un po’ di cose sui bambini che comporranno la classe, ha ribadito l’importanza del lavoro coerente che famiglia e scuola devono portare avanti e ha cominciato a parlarci in concreto della pedagogia e delle attività che i bambini vivranno quest’anno passando di “festa in festa”.
Ho capito che l’impegno sarà grande. Incontri pedagogici ogni quindici giorni, incontri di classe tutti i mesi, attività artistiche e culturali a non finire, turni di pulizia delle aule, del giardino, preparazione delle feste. Questa scuola è nostra è anche un po’ mia, niente è calato dall’alto, non ci sono le classiche figure autoritarie (presidi, direttori…), la famiglia non vive passivamente ciò che la scuola propone, ma è parte integrante di essa.
Ho l’impressione che sia cominciata un’esperienza meravigliosa non solo per la mia bambina ma per tutti noi che avremo l’occasione di mettere in discussione quello che siamo stati fino ad oggi.
Ora non mi resta che completare il corredino (devo ancora fare il grembiule), prendere per mano Margherita e sostenerla nel suo percorso di crescita. Buona scuola a tutti!